Risk Philosophy

"Il Risk Management è una componente cruciale di ogni strategia di
creazione di valore e di massimizzazione del rendimento del capitale investito
da un'impresa" (A. Profumo, CEO Unicredit Group)


martedì 23 febbraio 2010

Red Bull: ti mette le ali?


Il 10 febbraio 2010 la Red Bull, fuori dalle due scuole genovesi Pascoli e Pertini, ha distribuito gratuitamente agli studenti le lattine della famosa bibita energetica ed è scoppiato il caso. La distribuzione a titolo promozionale della bibita, che secondo Gianni Testino vicepresidente della Società italiana di alcologia, è «dannosa, contiene caffeina e taurina e provoca dipendenza fisica e psicologica»,
non è stata gradita dai genitori e tantomeno dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni definisce «vigliacca l’idea di fare pubblicità nel contesto scolastico, anche perché gli energy drink rappresentano una porta di ingresso alla cultura dello sballo».
Dopo pochi giorni sul Corriere della Sera appare la denuncia di una manager (Stefania Boleso, 39 anni)che, tornata dalla maternità, ha ricevuto il benservito dalla Red Bull nonostante fosse stata una delle artefici del successo del marchio austriaco nel nostro paese. L'articolo ha fatto scalpore e anche in questo caso si è mossa la politica col ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna: «Il grave episodio della manager licenziata dopo il periodo di maternità rispecchia tutta l’inadeguatezza nel definirci un Paese realmente moderno. Mi dispiace che si debba evocare la legge per sanare un’ingiustizia che non dovrebbe essere frutto dei nostri tempi. Da molto avremmo dovuto capire che un figlio non è solo una gioia per chi lo mette al mondo, ma anche un investimento e un servizio per il Paese, se proprio vogliamo ridurre la questione ad un fattore puramente economico. Detto questo, le leggi a tutela della maternità ci sono e non vanno considerate come polverosi soprammobili. Ma applicate nella loro interezza come strumenti di equità sociale».
Sono subito andato al sito della Red Bull per vedere se c'era qualche comunicato ufficiale su questi ultimi episodi: niente. Strano che una multinazionale non prenda in seria considerazione i riflessi negativi di simili situazioni: forse una maggiore attenzione alle tematiche di CM consentirebbe al marchio di rimanere competitivo e beneviso ai consumatori senza alcuna distinzione. Se poi si pensa alle voci che circolano in rete forse ci sarebbe da intervenire ufficialmente:
- la vendita è consentita nei supermercati francesi, ma con una etichetta che ne sconsigli il consumo a bambini e donne in gravidanza. Infatti, anche se al momento non esistono studi scientifici dell'Autorità Alimentare Europea che dimostrino la pericolosità della bibita, in Francia fino a qualche tempo fa era classificata come medicinale perché secondo il Ministero della Sanità poteva avere effetti indesiderati sul metabolismo e sulla pressione arteriosa;
- la vendita di questi prodotti è ancora proibita in Danimarca e Norvegia, mentre in Gran Bretagna è consentito il commercio di tali bevande ma ne è sconsigliato l'uso alle donne in gravidanza, ai minori e alle persone a rischio cardiovascolare.
- il 25 maggio 2009 veniva pubblicata la notizia secondo cui la Germania stava prendendo in considerazione il divieto di vendita a livello nazionale della bevanda energetica Red Bull Cola, dopo che tracce di cocaina erano state trovate al suo interno;
- Concludiamo la bibita conterrebbe il "Glucuronolattone" che secondo Wikipedia è banalmente un carboidrato (un tipo di zucchero naturalmente presente nell'organismo e in altri alimenti come il vino e il grano), ma per alcuni sembra che la Red Bull ne contenga circa 600 milligrammi, dose duecento volte superiore rispetto alla normale giornaliera (non vi sono tuttavia conferme sul fatto che arrechi effettivi danni alla salute).

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